5.7.13

Le facoltà femminili

Le facoltà femminili sono a disposizione tanto delle donne quanto degli uomini, con un'unica distinzione: per le prime si tratta dello sviluppo dell'identità di base, per i secondi di uno stadio evolutivo successivo. Una donna che non si dedichi alla conoscenza delle facoltà femminili si sradica, presto o tardi si smarrisce, entra in crisi e deve ritrovare se stessa. Un uomo, al contrario, una volta divenuto tale, può scegliere, a seconda della propria volontà e delle coincidenze della vita, di proseguire il suo cammino interiore avventurandosi nell'esplorazione del lato femminile suo e della realtà, oppure no.

Il femminile racchiude in sé dei poteri specifici, collegati a degli aspetti precisi dell'esistenza e saldamente testimoniati da ogni cultura antica del mondo.
Mentre alcuni "territori", nella vita umana, possono essere debitamente abitati e curati tanto con un atteggiamento femminile quanto con uno maschile, certi altri necessitano per forza di cose di femminino.

Mi riferisco, per esempio, al gruppo: non tanto per creare quanto per nutrire un'esperienza di gruppo, è assolutamente necessario un atteggiamento femminile. Badate bene: non mi riferisco alla forma dei gruppi - come api e formiche ben dimostrano, anche i sistemi femminili possono prevedere la possibilità unico leader / tanti manovali, fa parte dello spettro. Sto parlando del sentimento che anima un gruppo: è femminile quella facoltà che consente di percepire profondamente l'appartenenza a un'entità più grande di sé, di essere un tutt'uno con essa, senza competizione né conflitto, ma in modo naturale, fluido e immediato. Da qui la capacità, che molte persone dallo spiccato lato femminile hanno, di dedicarsi incondizionatamente a una comunità, che sia una famiglia, un'azienda, un'associazione o qualsiasi altra - dedicarsi ad essa come a una parte di sè perché così la si sente, e attraverso il muto esempio insegnare questo agli altri.

Lo stesso vale per la creatività. È un processo squisitamente femminile (di nuovo sottolineo: possibile nello stesso grado tanto per le donne quanto per gli uomini) quello che si slancia verso il cielo richiamato da una misteriosa e impalpabile voce, che lì coglie un'ispirazione, una sfumatura, un'energia, e che per qualche irrazionale e insondabile meccanismo si precipita di nuovo a terra, alla ricerca di una modalità per dare forma concreta all'informazione captata nell'etere - e che puntualmente la trova! La mania, l'urgenza, l'istinto di plasmare, materializzare, ricreando il cielo in terra...

Un'altra facoltà tipicamente femminile è quella di ricevere la grazia - come? Incarnando la grazia stessa. Ricercarla dentro, esercitarla, darle vita per richiamarla verso di sè e verso i propri cari, non con fare aggressivo (in senso etimologico, andando verso), ma con un'attitudine ricettiva, in cui si prepara il terreno, ci si mette nelle condizioni di ricevere, come una ciotola: vuota, rotonda, aperta.

L'ultima (solo tra quelle che cito qui, non tra tutte) è la pratica della bellezza estetica, non tanto, come spesso si pensa, per scimmiottare un modello commercialmente indotto (non siamo così stupidi!), quanto, consciamente o inconsciamente, per avvicinarsi alla bellezza divina, così come in un dato periodo storico collettivamente la si immagina e dipinge.

Ci sono tante altre facoltà femminili. Divertitevi a fare anche voi un elenco di quelle che avete incontrato e sperimentato in prima persona, oppure di quelle cui state profondamente anelando! Già solo questo gioco farà sprigionare l'energia femminile che c'è dentro e intorno a voi!

Ilaria Cusano

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